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Consigli tecnici ai castanicoltori. (immagine tratta dalla rivista PAT settembre-ottobre 2015)

Giorgio Tomasi nella veste di tecnologo, ha accumulato un bagaglio di conoscenze, che vorrebbe trasferire in un manuale divulgativo. 

Giorgio Tomasi, già dipendente della sezione trentina dell’Istituto sperimentale per la frutticoltura di Roma e della Stazione sperimentale agraria e forestale di S. Michele a/Adige, conosceva già da giovane, per averle praticate, le cure da riservare a castagni da frutto e ciliegi. Nella veste di tecnologo, ha accumulato un bagaglio di conoscenze, che vorrebbe trasferire in un manuale divulgativo. Di seguito alcuni suoi consigli per la potatura dei castagni. Prima della ripresa vegetativa, tagliare le parti secche, che assorbono linfa anche se morte, perché fanno da spugna. Sulle piante di castagno giovani la potatura può essere di tre tipi: a vaso, libera e a spindel. Da preferire è la prima, che prevede una forma di sviluppo a tre branche, da mantenere basse per facilitare le operazioni di raccolta. Anche nelle altre due forme di allevamento, lo sviluppo in alto va contenuto. Utile distribuire nel castagneto letame maturo, ma va bene anche il compost da residui organici, che si produce nell’impianto di Cadino, seguito da esperti della Fondazione Mach.

Sergio Ferrari

Ultimo aggiornamento: 2018-04-13 00:04


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