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Rivista Science, anche FEM e Parco dello Stelvio nella ricerca internazionale sulla diminuita mobilità dei mammiferi

Cento autori hanno tracciato i percorsi di 57 specie di mammiferi con unità GPS apposte su 800 individui.

Gli animali hanno smesso di muoversi liberamente e sono profondamente limitati negli spostamenti dalla presenza dell’uomo. Più precisamente, negli ambienti modificati da quest'ultimo gli animali si muovono  meno della metà di quanto accade in ambienti naturali o con bassa antropizzazione. Lo conferma scientificamente l'articolo appena pubblicato sulla prestigiosa rivista Science realizzato grazie al contributo di più di 100 autori che hanno tracciato i percorsi di 57 specie di mammiferi diversi, mediante unità GPS apposte su più di 800 individui in tutti i continenti. A questa ricerca hanno partecipato anche Fondazione Edmund Mach e Parco dello Stelvio.

Rivista Science, anche FEM e Parco dello Stelvio nella ricerca internazionale sulla diminuita mobilità dei mammiferi

Francesca Cagnacci, referente della linea di ricerca ‘Movement and Conservation Ecology’ della Fondazione Edmund Mach, e Luca Pedrotti, Coordinatore Scientifico del Parco dello Stelvio

Francesca Cagnacci, referente della linea di ricerca ‘Movement and Conservation Ecology’ della Fondazione Edmund Mach, e Luca Pedrotti, Coordinatore Scientifico del Parco dello Stelvio che hanno contribuito allo studio con i dati di caprioli e cervi di Trentino e Lombardia, spiegano che le cause della diminuita mobilità dei mammiferi possono essere la frammentazione degli ambienti e le barriere antropiche, oppure l’assenza dagli ambienti antropizzati di animali che compiono grandi spostamenti, e la conseguente riduzione della comunità di mammiferi a quelle specie che meglio si adattano alla presenza dell’uomo. “Di sicuro, questo può avere profonde conseguenze, non solo sulle popolazioni animali, ma anche sugli ecosistemi, riducendone la complessità e i cosiddetti ‘servizi’, di cui l’uomo ha assoluta necessità. Studiare il movimento animale e le sue cause è inoltre un fattore fondamentale per garantire un turismo sostenibile all’interno delle aree protette”. 

I ricercatori spiegano che il movimento animale è un ‘ingegnere invisibile’ degli ecosistemi e dell’ambiente in cui viviamo. Attraverso il movimento, gli animali non solo assicurano la persistenza della propria specie, procurandosi il cibo e interagendo con i propri simili o con altre specie, ma contribuiscono anche al ciclo dei composti organici e degli elementi, assicurano la biodiversità con il trasporto di semi e microbi, modificano la dinamica energetica e le comunità cacciando prede, o procacciandosi piante e frutti. (sc)

http://science.sciencemag.org/cgi/doi/10.1126/science.aam9712  

 

Ufficio Stampa FEM  0461/615126

Ufficio Stampa Parco Stelvio 0342/900838 

interlineaa

COMUNICATO STAMPA FEMdel 2 febbraio 2018

Allegati

Ultimo aggiornamento: 2018-02-05 16:10


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