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Dopo 7 anni nei filari interessati da sovescio è stato registrato un aumento del 29% della componente stabile della sostanza organica.
Alla recente Giornata tecnica della vite e del vino, che si è svolta a S. Michele, Roberto Zanzotti e Raffaella Morelli, tecnologi dell’Unità di lavoro per l’agricoltura biologica, hanno riferito i risultati parziali del sovescio, rispetto all’inerbimento permanente con particolare riferimento al terreno. I due relatori stanno portando avanti una prova sperimentale avviata 9 anni fa da Ennio Mescalchin e Luisa Mattedi, all’interno di una parte circoscritta di vigneto che fa parte dell’azienda agricola della Fondazione Mach. Scopo della prova è di confrontare nel lungo periodo gli effetti sul terreno di tre modalità di gestione del vigneto: inerbimento permanente, sovescio e sistema biologico. Dopo 7 anni nei filari interessati da sovescio è stato registrato un aumento del 29% della componente stabile della sostanza organica. Altro effetto positivo del sovescio è l’aumento di batteri utili alla liberazione di azoto disponibile sotto forma di ammonio meno soggetto a perdite per dilavamento.
Sergio Ferrari
l'immagine pubblicata è tratta dalla rivista PAT "Terra Trentina"dicembre 2015
Ultimo aggiornamento: 2020-12-22 20:10
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