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Val di Gresta, identificato il punteruolo dei cavoli. Gruppo di esperti FEM in azione per la difesa

FEM e Consorzio val di Gresta in prima linea per una adeguata strategia di difesa contro il coleottero

Gli esperti della Fondazione Edmund Mach hanno identificato l’insetto che quest'anno ha causato seri danni alle coltivazioni di cavoli in Val di Gresta. Le analisi morfologiche e genetiche hanno confermato che si tratta di un coleottero curculionide

Val di Gresta, identificato il punteruolo dei cavoli. Gruppo di esperti FEM in azione per la difesa

Ceutorhynchus larva

appartenente alla specie Ceutorhynchus pallidactylus, un punteruolo che attacca tutti i tipi di cavolo, cavolfiore, verza.

Val di Gresta, identificato il punteruolo dei cavoli. Gruppo di esperti FEM in azione per la difesa

Ceutorhynchus adulto

In stretto raccordo con il Consorzio ortofrutticolo della Valle di Gresta, la FEM sta organizzando un gruppo di lavoro costituito da tecnici e ricercatori che, partendo dal monitoraggio in campo e dallo studio dettagliato del ciclo dell'insetto nel contesto climatico-ambientale trentino, possa arrivare a mettere a punto strategie a basso impatto per un'efficace gestione di questo parassita. Intanto i tecnici consigliano ai produttori di cavolo, cavolfiore o verza che riscontrassero questa problematica anche in altre zone della provincia di Trento, di segnalare al tecnico FEM di riferimento.
Le prime segnalazioni risalgono al 2017, ma è nell'anno in corso che la problematica è emersa in maniera molto pesante.

Val di Gresta, identificato il punteruolo dei cavoli. Gruppo di esperti FEM in azione per la difesa

danno da Ceutorhynchus su cavolo

L’adulto depone le uova alla base delle foglie delle crucifere e le larve si nutrono a spese della pianta ospite, sulla quale completano il ciclo. Anche gli adulti contribuiscono al danno, erodendo la sommità dei cavoli e creando vistose gallerie che li rendono invendibili. “La presenza di punteruoli sulle crucifere - spiegano i tecnici FEM - è nota da parecchio tempo in tutta Italia, ma in Trentino non ha mai destato grandi preoccupazioni. Non è ancora chiaro il motivo dell’incremento repentino della popolazione e al momento sembra che il problema interessi soprattutto gli appezzamenti gestiti con pratiche biologiche”.

(sc)

interlineaa

COMUNICATO STAMPA FEMdel 7 ottobre 2020

Ultimo aggiornamento: 2020-10-08 14:43


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