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Vini gemelli, ma biovulari

Stesso vitigno, stesso processo di lavorazione per Limarò e Rebòro

Il vitigno Rebo nato da incrocio Teroldego x Merlot negli anni ’50 per opera di Rebo Rigotti dà origine a vini di buon corpo e con un’alta concentrazione di antociani. Il livello di polifenoli è intermedio rispetto a quello dei parentali Teroldego e Merlot. Il colore rosso rubino-violetto del vino Rebo si mantiene stabile durante l’invecchiamento. Da questi presupposti è nata una decina di anni fa l’idea di adottare anche per il vino Rebo della Valle dei Laghi un tipo di vinificazione dell’uva appassita in locale adatto simile a quella praticata in Valpolicella per la produzione dell’Amarone. Il progetto era condiviso da tutti i componenti dell’Associazione vignaioli produttori di vino santo trentino della Valle dei Laghi alla quale aderiva anche la cantina Toblino di Sarche. Nel 2010 per divergenze sull’elevazione alla DOCG del vino santo la cooperativa è uscita dall’associazione. Il progetto vino Rebo di alto rango è quindi proseguito ma separatamente. Da qui la nascita del vino Limarò all’interno della cantina sociale, con qualche anno di anticipo rispetto al più recente Rebòro dei vignaioli. Stessa matrice, identica procedura di vinificazione. Due vini gemelli, ma biovulari: il primo venduto a 15 euro a bottiglia da 750 millilitri, il secondo a 30, più del vino santo in bottiglia da 500 millilitri.
 
S. Ferrari

Ultimo aggiornamento: 2016-02-11 11:33


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