C6 - Valle di Non

C6

La Val di Non costituisce il basso e medio bacino del fiume Noce dalla fine della Val di Sole fino alla gola della Rocchetta. I substrati geologici prevalenti sono quelli carbonatici che occupano tutta la parte centro meridionale della valle formando a ovest, il massiccio del Brenta e a est, quello del monte Roen. A nord tali substrati vengono a contatto con le rocce del basamento cristallino e, nella zona di Tregiovo, con le vulcaniti della piattaforma porfirica atesina. Su questi substrati, l´azione erosiva dei ghiacciai quaternari e quella più recente dei numerosi corsi d´acqua ha dato origine ad una regione di notevole interesse geografico. Più che di una valle si può parlare di un anfiteatro a settori separati da una serie di incisioni ordinate a raggiera e confluenti in quella maggiore. Sotto i 900 m il paesaggio della Val di Non è dominato dalle piantagioni di melo anche se in alcune zone rimangono ridotte superfici coltivate a vite. Le coltivazioni di melo si spingono, senza interruzioni, fino ai margini delle formazioni boschive che si affermano con maggiore frequenza nella parte più alta della valle, in un ambiente più tipicamente montano. I boschi ricoprono le superfici più declivi passando dal pino silvestre più in basso che, aumentando la quota, lascia il posto a boschi di abete rosso e
bianco e, più in alto, ai lariceti. Nella zone più pianeggianti il bosco è sostituito dalle superfici a prato che indicano la presenza di una importante attività di allevamento: il prato caratterizza il paesaggio dell´alta Val di Non soprattutto nella zona che va dai comuni di Cavareno e Romeno fino a Fondo e Castelfondo coinvolgendo anche Sarnonico e Malosco, ma arrivando anche alle superfici meno comode di Ruffrè e di Rumo; ampie superfici a prato si trovano anche sulle pendici del Roen nei comuni di Coredo e Smarano. Nelle stalle di queste zone il foraggio si trasforma in latte che nei caseifici diventa il pregiato Grana Trentino. Le superfici da sfalciare vengono mantenute anche nelle località più marginali: in queste ultime si incontrano prati che vengono utilizzati generalmente in tarda estate e che vengono poco concimati. Questa gestione favorisce la formazione di prati che, pur non essendo molto produttivi, sono caratterizzati da fioriture particolarmente variopinte. L´alpeggio degli animali in lattazione non è molto praticato in alta valle: le lunghe distanze e la possibilità di alterare le caratteristiche del latte durante
il trasporto dagli alpeggi ai caseifici, ne renderebbe estremamente difficile la trasformazione nel Grana Trentino. Tre malghe “da formaggio” le troviamo nella zona centrale della Valle di
Non: malga Tuena, malga Tassulla e malga Clesera. Le prime due si trovano nel territorio del Parco Adamello Brenta: Malga Tuena in prossimità del lago di Tovel. Il lago, circondato da fitte foreste al di sotto delle cime del Brenta, è uno dei più affascinanti laghi alpini ed è ben visibile da malga Tassulla. Deve la sua fama alla colorazione prodotta da un´alga (Glenodinium
sanguineum) che gli ha permesso l´appellativo di Lago Rosso. Purtroppo il fenomeno dell´ arrossamento del lago non si verifica più da parecchi anni. Il motivo non è dovuto tanto alla scomparsa dell´alga, che è presente ma molto meno rispetto al passato, quanto a cause di natura ambientale (modificazione del clima, cambiamento del regime idrico, sostanze inquinanti nel lago) che agiscono sullo sviluppo dell´alga. Tuttavia, l´ipotesi più accreditata riguardo la scomparsa del fenomeno è quella della diminuzione della concentrazione delle sostanze nutrienti
disciolte nel lago, dovuta alla progressiva riduzione delle attività di alpeggio sia intorno al lago che sulle malghe circostanti. L´ascesa a malga Tuena permette di fare belle osservazioni di specie prative piuttosto note, come la belladonna (Atropa belladonna) (attenzione è velenosa) e, con un po´ di fortuna anche della Pianella della Madonna (Cypripedium calceolus),
appariscente orchidea. Tra gli altri fiori che si possono ammirare una volta in malga, ricordiamo la sassifraga a foglie rotonde (Saxifraga rotundifolia) che si diffonde abbondantemente lungo i torrentelli in prossimità della malga. Malga Clesera, raggiungibile da Cles, si trova immediatamente sotto le pendici del monte Peller, che presenta numerose rarità floristiche.
Le altre malghe dove si produce formaggio sono invece localizzate in alta Val di Non nel territorio dei comuni di Cis, Livo, Rumo e Cloz. Il paesaggio della Valle di Bresimo, che permette di raggiungere le malghe Bordolona e Preghena è caratterizzato da pinete di pino silvestre miste al pino nero, il cui sottobosco, ricco di erica, è particolarmente suggestivo durante le fioriture nel periodo primaverile, e da boschi di abete rosso e larice più in alto. Sui pascoli delle malghe si possono riscontrare tipi di vegetazione piuttosto interessanti. Alle quote più alte, troviamo i cosiddetti “curvuleti”, un tipo di vegetazione in cui la specie dominante è la carice a foglie ricurve (Carex curvula), con le foglie incurvate e con punta quasi sempre morta, di colore nero e brunastro, pochissimo appetita dagli animali. A rendere più appariscente questo pascolo troviamo altre specie più colorate come l´eufrasia minima (Euphrasia minima), il dente di leone
elvetico (Leontodon helveticus), la potentilla dorata (Potentilla aurea), l´arnica (Arnica montana). Questa zona e´ inoltre molto ricca di zone umide dove è diffusa una vegetazione di
tipo paludoso nella quale si affermano specie come i pennacchi a foglie larghe (Eriophorum latifolium) e i pennacchi di Scheuchzer (Eriophorum scheuchzeri), la carice fosca (Carex fusca) e il tricoforo cespitoso (Tricophorum caespitosum).

Ultimo aggiornamento: 2014-01-17 13:41


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