Carota della Val di Gresta

DESCRIZIONE SINTETICA DEL PRODOTTO

Tipico ortaggio da radice coltivato in pieno campo che estrinseca le sue migliori qualità in quell’armonia di sapori e di croccantezza e colore che la rendono particolarmente riconoscibile ed apprezzata da lunga data.
Il colore della polpa è particolarmente aranciato, con assenza di legnosità del midollo centrale; è ricca di betacarotene.

METODICHE DI LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE

La carota della Val di Gresta non ha varietà autoctone, ma il materiale vegetale impiegato proviene sia da vecchie selezioni, sia da nuove varietà nazionali o estere, saggiate e provate per più anni in loco per verificarne la qualità e l’adattabilità alle particolari condizioni pedoclimatiche dell’ambiente, con esposizione sud-est e altitudine media di 850 metri slm.
La semina viene eseguita in terreni fertili, poveri di scheletro e profondi, con l’impiego di seminatrici manuali, nei mesi di aprile e maggio, su aiuole con distanze fra le file di circa 25 cm ed un investimento a metro lineare di circa 100 semi.
Per il controllo delle infestanti si eseguono tecniche di falsa semina, termodiserbo e varie sarchiature manuali e/o meccaniche. Non si impiegano erbicidi chimici per il controllo delle malerbe.
Lo scavo dei fittoni viene fatto attraverso il sollevamento degli stessi meccanicamente; la defogliazione, la pulizia e la raccolta sono fatte manualmente.
Il periodo di raccolta va dalla fine di luglio a novembre con produzioni medie ad ettaro di 50-60 ton.
Nel passato la conservazione del prodotto veniva fatta presso le singole aziende, in trincea, cioè scavando dei fossi nel terreno, deponendo il prodotto appena scavato dal campo e ricoprendolo con la terra.
Attualmente la conservazione del prodotto viene fatta stivando il prodotto, in cassoni o sacchi, in celle frigo e regolando temperatura ed umidità in modo idoneo.

CURIOSITA'

La coltivazione della carota della Val di Gresta iniziò negli anni trenta ed aveva come mercato principale la piazza di Milano. Si sviluppò soprattutto negli anni sessanta raggiungendo il massimo produttivo di circa 6.500 ton negli anni settanta. Gran parte del prodotto era destinato all’industria di trasformazione, mentre una parte veniva lavato e confezionato per essere destinato al mercato fresco.
Attraverso la Mostra Mercato dei prodotti ortofrutticoli della Val di Gresta questo ortaggio ha avuto sempre maggiore visibilità e sviluppo, creandosi un mercato sia locale che nazionale.
Le cronache della prima edizione della Mostra Mercato del 1971 narrano che di questo ortaggio se ne producevano 62.000 quintali ed era proposto in vendita al pubblico "in confezioni da kg 2 (lavate) a lire 100 ed in confezioni da kg 10 (non lavate) a lire 400".

Nessuna ricetta disponibile.

Ultimo aggiornamento: 2013-12-28 12:24


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