C10 - Vallagarina

C10

Il territorio della Val Lagarina occupa la parte meridionale della Valle dell´Adige, costituendo il corridoio di comunicazione tra la pianura veneta e le zone alpine: l´aspetto del fondovalle rappresenta, come nei dintorni di Trento, l´erosione del territorio agricolo da parte degli insediamenti civili ed industriali, oltre che dalle grandi vie di comunicazione. Frutteti, ma soprattutto vigneti, hanno occupato tutte le superfici agricole: per trovare il prato con gli allevamenti e poi i pascoli con le malghe, bisogna salire le pendici del Baldo raggiungendo la zona di Brentonico oppure inoltrarsi nelle valli del Leno. In Brentonico la copertura vegetale è costituita dai cedui prevalentemente di frassino e carpino. I pascoli alpini sono stati conquistati alle vaste faggete che un tempo ricoprivano le falde montane. Il monte Baldo è importantissimo per la sua ricchezza floristica, tanto che è stato chiamato, per i suoi numerosi endemismi, “Hortus Italiae”. La sua flora è stata oggetto di ripetuta attenzione e parecchi vegetali sidenominano nell´aggettivo qualificante la specie “baldensis” cioè del Monte Baldo. Esempio: Anemone baldensis, Galium baldense, Knautia baldensis. Il visitatore che si rechi presso le malghe di Mortigola e Pra alpesina, nel territorio di Brentonico, non può esimersi dal visitare la non distante riserva Bes-Corna Piana, dove studiosi botanici del Museo di Rovereto hanno allestito un itinerario didattico-botanico nel quale si spiegano le particolarità della flora locale nel corso delle stagioni. Durante il periodo delle glaciazioni, il territorio che interessa la riserva, assieme ad altre cime della catena baldense, emergevano dai ghiacciai del Garda e dell´Adige. Divennero così delle specie di oasi, rifugio per moltissimi fiori, che riuscirono a sopravvivere a temperature bassissime e a conservarsi fino ad oggi. Tra queste specie, definite endemiche preglaciali perché rappresentano l´antica flora terziaria delle Alpi, ricordiamo il raponzolo di roccia (Physoplexis comosa) e la bonarota comune (Paederota bonarota). Esistono,
inoltre, altri fiori che, anche se di origine più recente, possiedono splendide fioriture: il giglio rosso (Lilium bulbiferum), il giglio martagone (Lilium martagon), varie specie di negritella e la stella alpina (Leontopodium alpinum). Un´ altra zona di diffusione di malghe nel territorio della Val Lagarina è quella delle Valli del Leno. Fino a qualche decennio fa, le superfici alpeggiate di questo territorio rappresentavano circa un quarto della superficie dei comuni di Vallarsa, Terragnolo e Trambileno a cui appartengono. Nel tempo le superfici occupate dai pascoli si sono ridotte gradualmente così come l´attività economica dell´alpeggio: uno dei tanti prezzi pagati all´esodo che ha caratterizzato le zone meno dotate di risorse e più vicine ai grossi
agglomerati urbani. La caratteristica dei pascoli delle valli del Leno è la quota relativamente bassa a cui sono situati, in genere al di sotto dellimite della vegetazione arborea. Questo fa si che la riduzione delle pressione di alpeggio favorisca la ricolonizzazione da parte del bosco. Le malghe della zona hanno subito negli anni numerosi mutamenti infrastrutturali e gestionali allo scopo di ovviare all´inevitabile crisi del pascolo. La perdita dell´importanza agricola delle malghe si contrappone però un rinnovato interesse paesaggistico, ricreativo e di salvaguardia ambientale. Questo fenomeno si osserva un po´ ovunque e sembra coinvolgere anche le malghe di questo territorio. I pascoli delle malghe sono piuttosto magri. Questa “magrezza” è
probabilmente dovuta a due fattori: il particolare substrato geologico, di natura calcarea e soggetto a fenomeni carsici, e il livello delle precipitazioni. Infatti, nonostante queste superfici siano vicine al punto di massima precipitazione del Veneto occidentale, le praterie sono situate sottovento rispetto alle correnti umide provenienti da sud e sono quindi in posizione
sfavorevole alla ricezione di elevate quantità di pioggia Molte aree di questi pascoli, soprattutto quelle di malga Monticello, sono parzialmente interessate da una vegetazione arbustiva nella quale spiccano, oltre ai cespugli di pino mugo, le gialle fioriture della ginestra stellata (Genista radiata).

Ultimo aggiornamento: 2014-01-17 14:14


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