Al limite del pascolo
Titolo: Al limite del pascolo
Iniziativa editoriale della Provincia Autonoma di Trento – Servizio Agricoltura
Testo e ricerca storica: Bazzanella Roberto
Progettazione grafica e realizzazione: Esperia Srl - Lavis (TN)
2021 by Provincia Autonoma di Trento
Fotografie ed immagini: Archivio Bazzanella Roberto; Archivio Minicoro La Valle – Sover (TN) dal progetto “Se dal Latte” realizzato tra aprile e dicembre 2019
Introduzione: Quando nell’autunno del 2018 una tempesta devastò ampissime porzioni dei boschi trentini si iniziò a riflettere sul futuro di tante zone montane così tristemente toccate. In modo particolare alcune parti della fascia medio alta delle montagne valligiane trentine in cui ampie zone boschive erano state atterrate dalla forza del vento risultavano, nei secoli precedenti, dei pascoli. L’imboschimento di vaste zone di pascolo negli ultimi trecento anni è stato sia un fatto voluto, visto il valore piuttosto pregiato del legno in alcuni periodi, quello settecentesco prima nelle vallate dell’Avisio ad esempio, o quello austriaco poi alla fine del XIX secolo, sia un fatto naturale seguito all’abbandono di vaste zone pascolive oppure anche ai cambiamenti climatici molto evidenti come fra i secoli XIII e XVI tra il periodo caldo medievale e la piccola era glaciale seguente che perdurò fin quasi ai nostri giorni. Il tema del presente lavoro è il pascolo, di media e alta montagna, oggetto del progetto “Se dal Latte” sviluppato nel corso dell’anno 2019 dal Coro La Valle-Gruppo Costumi Storici Cembrani di Sover (TN) e dalla sua sezione giovanile Minicoro La Valle-Gruppo Costumi Avisiani, presente nella pubblicazione con i suoi bambini e ragazzi in molte immagini relative agli alpeggi trentini del Lagorai. L’argomento pascolo viene sviluppato non partendo dal dato economico o da quello ambientale o produttivo, ma da quello storico, e anche questo, dopo alcuni capitoli generali, vede esaminare un caso di sfruttamento pascolivo del tutto particolare e addirittura eccezionale nell’arco alpino, quello dell’ “alpeggio della Cattedrale” di Trento, ossia una porzione pascoliva di proprietà, fin dai tempi di Carlo Magno, dei sacerdoti canonici del Capitolo del Duomo di Trento, e questo sino alla metà del XIX secolo. Tale proprietà montana era collocata sul Lagorai del medio Avisio sui monti dell’allora feudo capitolare di Sover, ciò che era rimasto, insieme a Sevignano e Villamontagna, di un possedimento molto più vasto, forse donazione carolingia, che andava da Povo fino alla Valle del Fersina, a Piné e all’alta Valle di Cembra lambendo Fiemme. È questo forse l’unico caso nelle Alpi di pascoli fra i 1.200 e i 2.100 metri di altitudine di possesso di un gruppo di religiosi canonici residenti in città. I pascoli “della Cattedrale” erano fondamentali per la sopravvivenza delle comunità rurali locali e quando l’epoca calda medievale lasciò il posto alla più fredda piccola era glaciale, a partire dal ‘300, nacquero le liti per l’affitto, possesso o utilizzo degli spazi d’alpeggio. La secolare lite per i pascoli della Cattedrale perdurata dal 1321 fino al 1934 permette di approfondire e considerare la struttura delle comunità locali, la loro crescita, il sistema di allevamento, gli affitti pluriennali di comunità di fondovalle, come Lavis o Povo, degli alti pascoli capitolari sul Lagorai avisiano, la nascita della malgazione, il crescere, nel settecento, del bosco a sfavore del pascolo e contemporaneamente la necessità di legiferare sugli alpeggi e definirne uso e confini. Una appendice con altre liti per pascoli completa il quadro di approfondimento della presente pubblicazione che desidera solo, attraverso casi ed esperienze storiche concrete, dare una testimonianza del valore del pascolo nei secoli passati per le comunità locali e dell’evoluzione del suo utilizzo fin quasi ai giorni nostri.
Roberto Bazzanella
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Responsabile: | dott. Andrea Merz |
Ultimo aggiornamento: 2024-08-23 08:30
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