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Lago di Garda, immagine tratta dalla pubblicazione Terratrentina novembre_dicembre 2015

Sono gli effetti più evidenti emersi da una indagine pluridecennale condotta da ricercatori della Fondazione Mach.

L’innalzamento progressivo della temperatura dell’acqua del Lago di Garda, il mancato o parziale rivolgimento degli strati d’acqua e il conseguente sviluppo di specie di alghe unicellulari, alcune delle quali velenose, sono gli effetti più evidenti emersi da una indagine pluridecennale condotta da ricercatori della Fondazione Mach. Questi fatti possono danneggiare il patrimonio ittico? La risposta dell’ittiologo Fernando Lunelli del Centro per il trasferimento tecnologico della Fondazione è sostanzialmente rassicurante. Le varie specie di pesce presenti nel Lago di Garda hanno esigenze di temperatura, grado di ossigenazione e tipo di alimentazione anche molto diverse. Muovendosi liberamente, possono però cercare le condizioni specifiche ottimali. Bottatrice, anguilla e carpione che vivono negli strati più bassi del lago, talora immersi nel fango, non risentono dei cambiamenti. Le cianoficee velenose non vengono mangiate dai pesci. In sintesi: le variazioni a carico dell’ittiofauna dipendono semmai da cause diverse da quelle emerse dalla ricerca.

Sergio Ferrari

Ultimo aggiornamento: 2016-04-06 17:00


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