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Nidi di processionaria rimasti in pianta.  (foto n.e. - PAT)

I nidi non tagliati e bruciati rappresentano un pericolo potenziale per le persone che venissero a contatto con i peli urticanti. 

Percorrendo strade provinciali, fiancheggiate da boschi di conifere è possibile notare, soprattutto nel Trentino meridionale, nidi di processionaria, rimasti sulle cime e sulle parti più alte dei pini ed in particolare del pino nero o austriaco. I nidi non tagliati e bruciati, dice l’entomologa Cristina Salvadori, rappresentano un pericolo potenziale per le persone che venissero a contatto con i peli urticanti presenti nei ricoveri non eliminati. I nidi rimangono comunque a testimoniare che la zona è ancora infestata dalla processionaria. A fine giugno sta completando il ciclo di sviluppo sotto forma di crisalide, presente nel terreno circostante. Le farfalle inizieranno a fuoriuscire nella prima quindicina di luglio.

 

Sergio Ferrari

Ultimo aggiornamento: 2020-07-02 22:57


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