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Speciale "brinda Trentodoc"

Informazioni tecniche e indicazioni pratiche per degustare al meglio il Trentodoc metodo classico

 

 

Note tecnico-enologiche di Ruben Larentis; diplomato alla Scuola enologica di S. Michele, eletto enologo dell'anno Gambero Rosso 2011.
Servizio a cura di Sergio Ferrari
Edizione web: Giuliano Dorigatti
 
Contenuto zuccherino di uno spumante metodo classico Trentodoc
Gran parte dei Trentodoc appartengono alla categoria "Brut"; questa tipologia ha in media 6/8  gr/litro  di zucchero così da essere ottimamente impiegata sia come aperitivo, che a tutto pasto. La tendenza è quella di ridurre lo zucchero anche sotto i 6 gr/litro, fino al Dosaggio Zero, per facilitare l'abbinamento a tutto pasto. Per quanto riguarda la tipogia dolce, la più usata è il Demi Sec; per l'abbinamento ai dessert.
Per l'aggiunta finale di zucchero dopo la sboccatura si utilizza principalmente zucchero di canna poiché più neutro riguardo alle qualità sensoriali (profumo, colore). Lo zucchero è sciolto in vini riserva particolari creando un liquore con un contenuto di zucchero di circa 500/600 gr/litro. L'alta qualità dei vini riserva utilizzati è fondamentale per il risultato organolettico finale del Trentodoc.
 
Diciture in etichetta in base alla quantità di zuccheri
Dosaggio zero o Pas Dose, inferiore a 3 gr/litro; Extra Brut, tra 0 e 6  gr/litro; Brut, inferiore a 12 gr/litro; Extra Dry, tra  12 e 17 gr/litro; Sec,  tra 17 e 32  gr/litro; Demi Sec, tra  32 e 50  gr/litro; Dolce,  superiore a  50 gr/litro.
 
Temperatura di servizio
Un Trentodoc non millesimato è bene degustarlo ad una temperatura compresa tra gli 8 e i 10 gradi centigradi; un paio di gradi in più per i "millesimati" e i "riserva", quindi fra i 10 e i 12 gradi centigradi. Temperature sotto i 6/7 gradi non favoriscono l'espressione delle note organolettiche. È sempre meglio servire il Trentodoc freddo nel bicchiere ed aspettare che si riscaldi piuttosto che troppo caldo (sopra i 12/14 gradi), in questo  caso le qualità organolettiche vengono male espresse.
 
Importante il tipo di bicchiere
Lo spumante Trentodoc non va servito in bicchieri a coppa che sono invece più adatti agli spumanti più dolci come il moscato d'Asti. Da scartare anche la FLUTE piccola; la più adatta è la forma a FLUTE più larga, indispensabile per vedere bene la qualità delle bollicine, bene anche se con la punta verso il basso. Il volume del contenuto non deve superare la metà o i due terzi del volume totale. Importante utilizzare bicchieri in cristallo molto fine per limitare il riscaldamento troppo veloce.
 
Data di sboccatura
È indicata su tutte le bottiglie di TRENTODOC ed è importante verificarla: come regola generale, date di sboccatura molto recenti (1/2 mesi) limitano la migliore  espressione organolettica, invece date molto in là nel tempo (3/4 anni) possono dare note più evolutive e meno freschezza, anche se grandi millesimati esprimono le migliori senzazioni dopo 5/6 anni dalla sboccatura. Non c'è una regola fissa che vale per tutte le tipologie.
 
Conservazione
La migliore conservazione è quella con bottiglia coricata in ambiente a temperatura compresa fra i 10 gradi centigradi d'inverno e i 15 gradi in estate, sbalzi maggiori e temperature più alte portano ad un'accelerazione dell'invecchiamento.
 
Conservazione della bottiglia aperta
Ottimi i tappi stopper che mantengono la pressione; la storiella del cucchiaino non ha nessuna valenza scientifica e non funziona.
 
Sito ufficiale Trentodoc: http://www.trentodoc.com/it

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 2014-12-24 12:19


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