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Tricoderma al piede della barbatella

Utile l'immersione delle radici nella soluzione prima dell'impianto

Nei vigneti di età avanzata è sempre più frequente la necessità di sostituire viti estirpate con barbatelle lunghe chiamate anche barbatelloni. L’estirpazione è conseguente ad un attacco di mal dell’esca o ad infezione da micoplasmi che causano la flavescenza dorata e la malattia del legno nero. E’ importante lavorare il terreno nel quale si colloca la barbatella di sostituzione, per renderlo soffice e facilitare l’attecchimento. L’enologo Corrado Aldrighetti, responsabile dell’ufficio di consulenza viticola della cantina La Vis, suggerisce anche di immergere preventivamente le radici della barbatellona in una soluzione di polvere di tricoderma, antagonista a largo spettro di azione. La dose è di 50-100 gr per ettolitro di acqua. La soluzione si può distribuire con annaffiatoio.
 
S. Ferrari

Ultimo aggiornamento: 2016-02-25 09:28


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